La nostra Casa accoglie giovani tirocinanti di varie figure professionali che vengono inserite in diversi reparti.

L’accoglienza e la formazione dei tirocinanti è dunque un altro aspetto del lavoro quotidiano. Nella nostra RSA, che dispone di 110 posti letto, vengono inseriti con costanza tirocinanti educatori, ASA e Infermieri.

Ci siamo dunque interrogati rispetto al vissuto di chi è protagonista di questo percorso formativo: ecco la voce di professionisti e tirocinanti.

Mariangela – Educatrice

Chi viene investito del ruolo di tutor di tirocinio deve essere ben consapevole della responsabilità che ha nella formazione ad una professione come quella dell’educatore estremamente varia e complicata che mette in gioco il sapere professionale e la crescita personale. La sfida di questa esperienza di tutor è poter condividere il mio sapere che è composto sia dall’esperienza professionale sia da elementi teorici e di studio.

Quando mi interfaccio con i tirocinanti non dimentico mai come l’aspetto teorico debba necessariamente declinarsi nella quotidianità del reparto. E’ importante fornire le informazioni in modo graduale, modulando la formazione a seconda delle caratteristiche, delle risorse e delle motivazioni della persona che hai davanti. Durante il percorso bisogna poi individuare il momento in cui il tirocinante diventa autonomo e può procedere nella quotidianità da solo, con la supervisione del tutor.

L’incontro con generazioni di nuovi professionisti a cui trasmettere sempre maggiori competenze in ambito educativo è un momento di costante crescita professionale.

Non si può trascurare l’importanza del lavoro d’equipe fondamentale sia nella accoglienza che nella formazione dei tirocinanti, affinché sia chiaro a tutto il reparto con chi si debba collaborare, in modo circolare. Non ultimo il ruolo dell’ente inviante i tirocinanti. Costanti sono i contatti con l’università, per le verifiche da effettuare tra il tutor universitario e l’assistente di tirocinio.

Giovanna – Infermiera

In quanto tutor di studenti iscritti alla laurea in scienze infermieristiche ho riscontrato diversi lati positivi che questo ruolo mi riserva durante le esperienze in reparto.

Non bisogna mai dare per scontato il lavoro quotidiano perché la routine può essere molto creativa, soprattutto lavorando in un nucleo dedicato a pazienti con Alzheimer e/o demenza. Ho imparato a mettermi sempre in gioco perché ognuno di loro è portatore di ricchezza. Apprezzo sempre la bellezza del loro essere giovani, la loro volontà di fare riportandomi alla freschezza e leggerezza che anche io avevo all’inizio della mia esperienza lavorativa. Durante l’affiancamento bisogna garantire una costante verifica.

Alice– Tirocinante Infermiera:

Questa esperienza di tirocinio nel reparto dedicato a Ospiti con demenza mi sta piacendo molto perché qui si seguono i tempi dei pazienti e si dà voce agli ospiti, ai loro desideri e bisogni. La precedente esperienza di tirocinio l’ho fatta in ospedale dove l’accoglienza è stata decisamente diversa: spesso mi sono sentita un peso, da gestire allo stesso modo dei pazienti. Qui ho potuto apprezzare il lato umano nella relazione e sicuramente l’approccio gentle care mi ha fornito utili suggerimenti per migliorare il mio modo di entrare in relazione con gli Ospiti. In questo modo ho imparato ciò che attiene alla parte che di solito difficilmente viene insegnata.

Martina – Tirocinante Educatrice

Villa San Benedetto é una continua palestra di formazione e conoscenza sia dal punto di vista personale che professionale: storie di vita che si intrecciano e permettono di allargare i propri orizzonti, oltre che riuscire a comprendere le esigenze di cui ognuno ha bisogno e fornirgli il giusto supporto .

É un ambiente sereno in cui tutti gli operatori si impegnano per garantire il benessere di chi hanno di fronte, si vede attraverso di loro il senso di questa struttura: creare una grande famiglia in grado di supportare sia gli ospiti che i loro famigliari

Ritengo che affiancare un tirocinio formativo- qualsiasi sia la professione finale- sia una opportunità a binario doppio. Lo studente è sicuramente un impegno per la struttura ospitante e di conseguenza per il tutor che lo affiancherà ma rappresenta anche l’opportunità per scambi umano, professionali, di arricchimento personale e lavorativo difficili da ritrovare su un banco di scuola.

Il punto di forza è l’incontro con i pazienti: ogni volta è una sorpresa vedere le reazioni dei nostri Ospiti di fronte ai tirocinanti (sorrisi, ricordi di nipoti, di persone note, a volte un po’ di iniziale fastidio perché non sono ancora entrati in sintonia con loro).

In 26 anni di affiancamento come tutor non ho mai considerato un peso l’arrivo di un tirocinante in struttura… certo l’ottica deve essere quella di grande impegno e professionalità, unita alla responsabilità del percorso formativo che necessariamente prevede la stessa serietà anche dalla parte dello studente ospite.

Ricordo ancora me stessa studentessa universitaria al centro Don Gnocchi di Milano, con utenti con handicap grave: un’esperienza unica e fondamentale per il mio percorso di laurea.

Partendo dal presupposto che ogni percorso è a sé stante perché le persone sono uniche e non omologabili, auguro ai tirocinanti di Villa San Benedetto Menni che tutti possano trovare il loro abito cucito su misura e possano trovare la loro strada in ambito professionale e riconoscersi sempre nell’esperienza di tirocinio come protagonisti di quel percorso.

Spero che tutti i tirocinanti di cui conserviamo il ricordo possano ripensare all’esperienza vissuta con noi come arricchente per la loro crescita umana e professionale.

Sara Verga – Educatrice

Albese con Cassano – 14.03.2025